Biografia di Gaudí

 

Riudoms o Reus, Baix Camp, 25 giugno 1852 - Barcellona, 10 giugno 1926

 

Nato da una famiglia di calderai - questa occupazione di famiglia fu sempre rivendicata come la fonte della sua personale visione e comprensione dello spazio -, Gaudi si spostò a Barcellona nel 1870 per studiare architettura, cosa che fece mentre lavorava in diversi studi di architetti e maestri d’opera. La sua produzione, realizzata per la maggior parte a Barcellona, può essere suddivisa in quattro fasi.

 

La prima fase inizia nel 1878 – l’anno della sua laurea – e termina nel 1882, ed è contraddistinta dal fatto che l’architetto aveva sposato l’ideale della cooperazione: tutte le opere di questi anni sono di carattere urbano e sociale; collaborò con Josep Fontserè nel parco della Cittadella, progettò dei lampioni, come i due nella Piazza Reale, e un chiosco di fiori e un urinario, e costruì una fabbrica e due edifici residenziali attorno a un quartiere già progettato, la Cooperativa Obrera Mataronense.

 

La fase centrale va dal 1883, quando prese a lavorare nel tempio della Sagrada Familia, fino al 1900, ed è contraddistinta dal tentativo di superare gli stili tradizionali e ottenere plasticità e forme strutturali personali, vale a dire i due aspetti principali di quello che può essere definito come stile gaudiniano; questi sono gli anni di un’intensa attività, allorché conobbe Eusebi Guell e Bacigalupi e costruì Vicens (1883-85), Capricho de Comillas (1883-85), i chioschi Güell (1884-87), il Palau Güell (1886-91), il palazzo episcopale di Astorga (1887-94), il collegio delle Teresine (1888-90), la Casa de los Botines a Leon (1891-94), Calvet (1898 -- 1904) e Bellesguard.

 

Questa fase è caratterizzata dall’utilizzo, tanto libero quanto personale, che viene fatto dell’arte Musulmana e degli stili Barocco e Gotico, con un particolare sviluppo di tutte le arti e i mestieri applicati, e per l’invenzione di un gran numero di meccanismi, sistemi ed elementi architettonici, oltre alla rigorosa esecuzione materiale dei progetti e al completamento degli interni. Il suo periodo più creativo ed innovativo, quello in cui sviluppa il suo stile più personale, va dal 1900 al 1917: Parco Guell (1900-14), la ricostruzione di Can Batlló (1904-06), la chiesa della colonia Guell (costuruita negli anni 1908-15), quindi Milà- La Pedrera (1906-10) e le scuole della Sagrada Familia.

 

Dal 1918 fino alla sua morte - quando fu investito accidentalmente da un tram -, si ritirò nella Sagrada Familia in cerca di una sintesi figurativo-strutturale che, sotto forma di un geometrismo superiore, sviluppò nel quarto progetto delle navate del tempio e applicò nella pratica alle finiture della torre della facciata della Natività. Uomo di profonda e intensa religiosità, questa sua attitudine va interpretata come espressione storica della sua volontà di raggiungere la perfezione assoluta e come forma di giustificazione trascendentale per il suo lavoro e la sua opera, intesi rispettivamente come una specie di sacerdozio dell’architettura e come una sacralizzazione del suo operato.

 

Accanto alla propria religiosità, Gaudi manifesta un profondo senso civico e un grande amore per la sua gente e la sua terra, che esprime interrompendo la propria reclusione per festeggiare un «Undici di Settembre», sforzandosi di parlare Catalano con molti dei visitatori e ospiti Illustr della Sagrada Familia, tra cui Alfonso XIII, o ancora la volontà di costruire la cattedrale di Catalogna, che manifestò in Prat de la Riba quando gli era stato proposto di presentarsi come responsabile. Figura fondamentale all’interno del complesso movimento del modernismo, Gaudi fu senza dubbio il miglior architetto mai appartenuto alla Catalogna, e uno dei più importanti artisti mondiali del XIX secolo.

 

La sua storica missione consistette, in termini molto generali, nel tracciare la fine dell’architettura storicista ed eclettica - modo d’intendere l’architettura che perdurava sin dal Rinascimento -, senza, tuttavia, giungere parallelamente alla formulazione dell’architettura del XX secolo, la quale non si poneva più in termini di stile, ma di nuovi contenuti, nuovi stili di vita e di organizzazione sociale, e il nuovo mondo che ciò rappresentava non poteva essere compreso da Gaudi, poiché non gli apparteneva più.

 

Il suo operato divenne ancora più importante, poiché lo portò a termine praticamente da solo, senza collegamenti con le avanguardie artistiche che, d’altro canto, lo ignorarono in pratica fino al secondo dopoguerra europeo (gaudinismo). Nel 2002-2003 si festeggiò l’anno di Gaudi. Quest’anno, il Vaticano ha dato il via allo studio di una proposta per la beatificazione dell’architetto.

Fonte:

Enciclopedia.cat